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giovedì 15 giugno 2017

Il Saccorhytus coronarius, il nostro antenato più antico è un piccolo mostro

Così doveva apparire il Saccorhytus coronarius, nostro antichissimo antenato
Affascinante il lavoro del paleontologo, ricercare, collegare, intuire le radici e la storia remota del pianeta e dell'umanità e complimenti, in questo caso riconoscere e ritrovare dei reperti fossili, di 540 milioni di anni fa sotto 3 tonnellate di rocce sedimentarie, di 1,3 millimetri, ci vuole ben più dello studio, passione, dedizione, costanza, direi anche un pizzico di follia e visionalità ...


31 gennaio 2017

I paleontologi hanno scoperto un nuovo tassello del puzzle dell'evoluzione della vita sulla Terra: uno dei più antichi fossili che possono essere collegati alla discendenza umana.


Da scavi effettuati da un team internazionale di paleontologi, Jian Han, Simon Conway Morris, Qiang Ou, Degan Shu & Hai Huang, provenienti da Cina, Germania e Gran Bretagna, sepolti sotto tre tonnellate di calcare, in rocce sedimentarie, nella provincia dello Shaanxi, nella Cina nordoccidentale sono venuti alla luce 45 fossili più piccoli di un chicco di riso che apparterrebbero a una specie finora sconosciuta, imparentata alla lontana con i vertebrati e per cui con l'uomo.

Ricostruzione artistica del
Saccorhytus coronarius
Il nome dato a questo microrganismo marino di circa un millimetro (1,3 mm) è Saccorhytus coronarius, per via della forma a sacco e di una sorta di corona che circonda la bocca, dal latino saccus "sacchetto" e greco antico ῥύτις rhytis "ruga" da attributive latino coronarius "di una] corona".


La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature dal gruppo della cinese Northwest University di Xìan coordinato da Han Han, riporta la possibilità che questo piccolo essere sia un antenato dei vertebrati, vissuto tra i granelli di sabbia di un antico fondale marino nella fase Fortunian all'inizio del Cambriano, circa 540 milioni di anni fa.

Ricostruzione del Saccorhytus coronarius
DIFFICILE FOSSILIZZAZIONE
La scoperta contribuisce a colmare un vuoto nella linea di una categoria di organismi chiamati Deuterostomes che comprendono il gruppo di appartenenza (vertebrati), nonché una serie di forme diverse che includono echinodermi, hemichordata, i cordati e i gruppi più problematici quali vetulicolians e vetulocystids. I reperti fossili del Cambriano sono ben popolati con esempi rappresentativi, ma i possibili intermedi, sono controversi e la natura dei deuterostomi originali rimane idealizzato.

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Durante il Cambriano, i Deuterostomi si diversificarono in un gran numero di gruppi. Studiando le differenze genetiche delle popolazioni attuali, i biologi hanno ricostruito la loro storia e compreso quando il gruppo si divise in organismi diversi. Finora non era stata identificata la madre, ossia l'origine della diversificazione, perché l'organismo originario era molto piccolo, perciò pochi sono riusciti a fossilizzare. Si pensava addirittura che non se ne potessero mai trovare: è per questo che la scoperta di questi organismi di così ridotte dimensioni è di grande importanza.


Saccorhytus coronarius
Tuttavia, il ritrovamento di questi esemplari non è stato affatto semplice. Per isolarli dalla roccia circostante, spiega Jian Han, della Northwest University,
 «abbiamo dovuto elaborare enormi volumi di calcare e successivamente sottoporli al microscopio elettronico e alla TAC».
Ma alla fine i ricercatori sono stati in grado di ricostruire l’aspetto di questo antichissimo microorganismo e il suo modo di vivere.

In quell’angolo di mondo, all’inizio del periodo Cambriano, il mare era poco profondo, e il Saccorhytus era così piccolo che probabilmente viveva tra i granelli di sabbia sul fondo del mare.

Fossili di Saccorhytus coronarius al
microscopio. NATURE
Secondo lo studio era a simmetria bilaterale, una caratteristica ereditata da molti dei suoi discendenti, compresi gli esseri umani e si caratterizza per il suo corpo globulare o emisferico con una bocca prominente. Il suo corpo era coperto da una spessa cuticola ma flessibile. Questo, secondo i ricercatori, suggerisce che il microorganismo era dotato di una sorta di muscolatura che gli permetteva di muoversi contraendosi in modo simile a quello dei lombrichi. Aveva quattro ruge nodulate di sopra della sua bocca. Attorno al suo corpo ci sono otto aperture in forma di tronco di cono con pieghe radiali, denominati "coni corpo". Due serie di piccoli pori circolari si verificano anche sul corpo; le serie sono ampiamente separate una corre parallela ai coni corpo, mentre l'altra serie è più dorsale e consiste di schiere sub-lineari. In quest'ultimo gruppo di pori potevano essere alloggiate delle setole, che potevano aver giocato un ruolo tattile, compresa la connessione temporanea, mentre il primo set può avere una funzione sensoriale, se avessero potuto alternativamente rilasciare contenuti interni come muco adesivo o gameti. Nella metà zona del suo corpo, spine sporgono anteriormente. 

Fossile di Saccorhytus coronarius al microscopio elettronico
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Ma forse la sua caratteristica più sorprendente era il modo in cui si nutriva. Non c'è ano evidente, il che significa che l'animale doveva consumare il cibo e eliminarlo dallo stesso orifizio, oppure i coni corpo potevano servire per questa funzione oltre a espellere l'acqua. Stando ad alcuni ricercatori queste aperture si trasformarono in branchie nei pesci, delle quali anche la nostra specie mantiene traccia durante lo sviluppo embrionale, e in orecchie per l'uomo. Tuttavia, il forte ripiegamento trovato nei fossili rende questa conclusione provvisoria, Simon Conway Morris, uno degli scienziati coinvolti nella scoperta, ammette la possibilità che la squadra semplicemente non ha individuato l'ano.
I fossili rinvenuti fanno pensare a piccole maschere con un buco nel mezzo a fare da bocca. Questa doveva essere circondata da rugosità che probabilmente permettevano all'organismo di catturare piccole prede.

Meiofauna
Il Saccorhytus molto probabilmente ha vissuto una stile di vita da meiofauna, (Il termine meiofauna, coniato dalla biologa marina Molly Mare nel 1942, indica l'insieme di metazoi che abita i sedimenti marini e d'acqua dolce, sinonimo del termine meiofauna è la locuzione "fauna interstiziale". Gli organismi che la compongono hanno dimensioni comprese fra 30 µm [fino a 20 µm negli ambienti più profondi] e 1 mm e biomassa compresa fra 0.01 e 0.5 µg.) con il suo piano corpo adatto per un habitat interstiziali, come ad esempio la sua spessa cuticola ma flessibile che gli forniva protezione e gli permetteva di sgusciare attraverso i granelli di sabbia, e l'insieme dorsale di pori circolari gli avrebbe permesso di attaccarsi a loro. Mentre per l'alimentazione, le grandi quantità di acqua sarebbero state deglutite poi sarebbero state espulse attraverso i coni corpo.

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Se le conclusioni dello studio sono corrette, allora il Saccorhytus è stato l’antenato comune di moltissime specie e al tempo stesso il primo passo sul percorso evolutivo che centinaia di milioni di anni più tardi ha portato all’uomo.

La mappa della discendenza degli organismi che dal Saccorhytus coronarius ha portato ai vertebrati. NATURE
Spiega Simon Conway Morris dell'Università di Cambridge:
«Se a un primo esame i fossili scoperti somigliano a piccoli granelli neri, sotto il microscopio lasciano attoniti. Si possono infatti osservare molte caratteristiche che hanno permesso una serie di importanti deduzioni. È difficile ovviamente tracciare una precisa linea di discendenza tra noi uomini e il Saccorhytus coronarius, tuttavia non c’è dubbio che possiamo realmente considerarlo un nostro antichissimo antenato».
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Fonte   focus  Nature  en.wikipedia   ilnavigatorecurioso

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